Musica di Richard Strauss
Libretto di Ernst von Wolzogen
Direttore: Gabriele Ferro
Regia: Emma Dante
Scene: Carmine Maringola
Costumi: Vanessa Sannino
Luci: Cristian Zucaro
Movimenti: Sandro Maria Campagna
Assistente alla direzione musicale: Fabio Maestri
Assistente alla regia: Giuseppe Cutino
Assistente alle scene e costumi: Mara Ratti
Assistente ai movimenti: Elena Borgogni
Cast
Schweiker von Gundelfingen: Alex Wawiloff
Ortolf Sentlinger: Rubén Amoretti
Diemut: Nicola Beller Carbone – Brigitte Wohlfarth
Elsbeth: Christine Knorren
Wigelis: Chiara Fracasso
Margret: Anna Maria Sarra
Kunrad: Dietrich Henschel – Thomas Hall
Jörg Pöschel: Michail Ryssov
Hämmerlein: Nicolò Ceriani
Kofel: Paolo Battaglia
Kunz Gilgenstock: Paolo Orecchia
Ortlieb Tulbeck: Cristiano Olivieri
Ursula: Irina Pererva
Ruger Asbeck: Francesco Parrino
Walpurg: Valentina Vitti
Ein grosses Mädchen: Francesca Martorana – Mariella Maisano
Attori:
Federica Aloisio, Stefano Vona Bianchini, Remi Boissy, Chiara Breci, Mirko Bruno, Viola Carinci, Lorenzo Covello, Federica Cuccia, Gabriella D’Anci, Dimitri D’Urbano, Clara De Rose, Roberto Galbo, Giulia Sarah A. Gibbon, Silvia Giuffrè, Danilo Giuva, Francesca Laviosa, Federica Marullo, Emilio Marchese, Elisa Parrinello, Mauro Pasqualini, Vittoria Pirrone, Giuseppe Sangiorgi, Daniele Savarino, Giuliano Scarpinato, Valerio Tambone, Giovanni Tuzza, Emilia Verginelli, Alexandre Vella, Giuseppina Vicari, Paola Santa Virgilio
Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo
Maestro del coro: Piero Monti
Maestro del coro di voci bianche: Salvatore Punturo
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
Sinossi
Il solstizio d’estate è arrivato e tutti i bambini della città passano di casa in casa per chiedere la legna da usare per i fuochi durante la notte di San Giovanni. La folla è per strada, animosa e animata: alcuni camminano lungo le vie, altri restano fermi dinanzi alle abitazioni, altri ancora preferiscono guardare fuori dalle finestre; la giovane Diemut, insieme alle amiche, offre dolci amarene e leccornie ai bambini. «San Vito, un bel ceppo è gradito, che sia grande, sant’Alvaro, san Sisto non fare l’avaro»: così, cantando, i bambini continuano a cercare la legna e passano anche dalla casa di Kunrad; il giovane li accontenta e finge di avere poteri magici. La gente parla e sparla: sarà un matto? un balordo oppure un giovanotto robusto? Una cosa è certa: Kunrad è innamorato della bella Diemut e la guarda con occhi di passione; due passi in avanti e può stringerla forte, poi la bacia sulla bocca con sentimento e ardore. Tutti assistono al gesto con stupore e agitazione: c’è chi strilla, chi ride e chi è sgomento. Diemut, imbarazzata, stordita e furiosa, fugge via: decide così di far pentire Kunrad per l’impertinenza ricevuta, rifiutandosi di partecipare alla festa. Intanto le luci della città aumentano e l’allegro baccano si ode in lontananza in questa notte di mezzestate. Diemut, sola nella sua stanza, invoca le stelle testimoni delle sue lacrime; sotto al balcone c’è un sognante Kunrad che la desidera e le chiede quanto ancora dovrà penare. Diemut finge di assecondare il desiderio di Kunrad: le loro voci si fondono e cantano «notte d’estate! Insonne affanno! Mi appartieni? Ti appartengo?». Diemut cala quindi un cesto affinché l’amante la possa raggiungere, ma in realtà fa scattare la sua ripicca per quel bacio rubato dinanzi agli occhi di tutti e Kunrad rimane penzolante, oggetto dello scherno dei passanti. Il giovane, irato d’amore e sofferente, maledice l’aridità dei sentimenti dei concittadini e con un sol gesto compie un sortilegio: la città satura di colori e di allegria in un colpo si spegne. Il panico rapisce le menti dei popolani, i bambini piangono e tutti si chiedono: sarà il demonio? Kunrad, gonfio di emozione, canta illuminato dalla luna e racconta che solo l’amore corrisposto potrà far riaccendere i fuochi spenti. Diemut, pentita del suo gesto e ormai sicura del suo amore, lo aiuta in silenzio a raggiungere il balcone. Kunrad e Diemut si amano; le luci si riaccendono e i cuori si rasserenano. Mentre tutti tornano a ballare, i due cantano il loro amore: «Notte d’estate! Insonne affanno! Che eterno sia, vogliamo. Diemut, / Maestro, io ti amo!».